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Luigi Parzini (1925-1998) è stato un ponte fra la prima e la seconda metà del '900. Ha incarnato le ansie di rinnovamento, registrato le delusioni, giudicato con amara ironia le velleità, sondato le possibilità proprie e quelle del pubblico verso un'arte sciolta dai lacci delle convenzioni e palpitante d'intensa complicità. Egli ha vissuto nella luce del successo e del riconoscimento critico unanime e nel silenzio costruito con cura. Ha avuto eleganza e discrezione, come si conviene ad un artista vero, pervaso da convinzioni profonde e da un rigore morale che la società non può scalfire e al quale, oggi, viene reso omaggio. L'arte di Parzini rimanda a un misticismo che supera le confessioni religiose e riporta la questione della fede alla sua essenza: la ricerca di una ragione e il desiderio di una speranza. Il capolavoro conclusivo dell'artista è, infatti, la realizzazione del ciclo decorativo della Cappella per la Casa degli Anziani di Pernate. Non solo un'opera pittorica, ma la riflessione su tutto lo spazio mistico che può avvicinare l'uomo alla divinità, dalle panche alle suppellettili, in un sentimento di pietà e di condivisione che abbatte il diaframma fra l'artista e il pubblico.